giovedì 11 dicembre 2014

UN GIRO IN TRAM PER ROMA - Parte 2

Il percorso di oggi
Dopo esserci guardati intorno a Piazzale Ostiense, saliamo finalmente sul 3 e ci accomodiamo per goderci il viaggio.
Superata Porta San Paolo, il tram imbocca Via della Piramide Cestia, un viale alberato che ci porta fino a Piazza Albania, dove si erge il monumento a Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese. Il monumento venne realizzato nel 1940, dopo l’occupazione italiana dell’Albania.
Dopo Piazza Albania si imbocca Viale Aventino, che corre nella sella che divide il colle Aventino vero e proprio, sulla sinistra, dal cosiddetto Piccolo Aventino, sulla destra.

L’Aventino è il più meridionale e distaccato degli originari Sette Colli, della Roma antica. Inizialmente abitato essenzialmente da plebei, divenne in epoca imperiale sede di residenze patrizie che vennero completamente distrutte durante il sacco di Roma da parte dei Goti di Alarico.
Oggi l’Aventino è di nuovo sede di abitazioni molto eleganti. Vi si trovano numerosi luoghi di interesse come il Giardino degli Aranci, da cui si gode uno dei più bei panorami di Roma, la Basilica di Santa Sabina del V secolo, una delle chiese paleocristiane meglio conservate in assoluto, e il priorato dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Osservando dal buco della serratura del cancello del giardino del priorato si inquadra perfettamente la cupola di San Pietro.

Le abitazioni che sorgono oggi sul Piccolo Aventino (Rione San Saba) non presentano l’eleganza di quelle dell’Aventino vero e proprio. Esse furono infatti costruite all’inizio del XX secolo dall’Istituto Case Popolari per la piccola borghesia impiegatizia. La posizione defilata dell’area ha fatto sì che San Saba sia diventato una specie di piccolo e tranquillo paese all’interno della città, valorizzandone enormemente le abitazioni, spesso ancora possedute dai discendenti dei primi proprietari.

Passato l’Aventino, si arriva a Piazza di Porta Capena dove si incrociano, sulla destra, il Viale delle Terme di Caracalla e, sulla sinistra, Via del Circo Massimo e Via dei Cerchi. Di fronte, invece, vi è Via di San Gregorio in fondo alla quale si erge maestoso l’Arco di Costantino.
Questo incrocio è uno dei più spettacolari e ariosi di tutta Roma. Sulla destra, dal lato del Viale delle Terme di Caracalla si erge l’imponente palazzo della FAO, mentre sulla sinistra, compreso tra Via dei Cerchi e l’omonima via, si trova il Circo Massimo. A fianco del Circo Massimo, sull’altro lato di Via dei Cerchi sulle pendici del Palatino, sono poi visibili i resti dei Palazzi imperiali.

Il Circo Massimo e, sullo sfondo, i Palazzi Imperialo
("Palatine Hill Rome Panorama from Circus Maximus" di Chris 73 - 
Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons)
Il Circo Massimo è stato probabilmente il più grande luogo per giochi mai costruito. Lungo 621 metri e largo 118,  sulle sue tribune potevano trovare posto fino a 250000 spettatori. Le prime installazioni mobili in legno furono realizzate probabilmente sotto il re Tarquinio Prisco, nel VI secolo a.C.. Le prime installazioni fisse risalgono invece al IV secolo a.C.. La costruzione assunse poi la sua forma finale, con la costruzione dei sedili in muratura, sotto Giulio Cesare e poi Augusto. Sulla spina centrale si trovavano due obelischi, di cui il secondo installato nel iV secolo d.C., che oggi si trovano rispettivamente  in Piazza del Popolo e davanti a San Giovanni in Laterano. Il Circo Massimo rimase in attività fino alla metà del VI secolo d.C., quindi per oltre un millennio. Oggi sono rimasti solo pochi resti murari ma la sua grandiosità è perfettamente riconoscibile nel grande spazio tutt’oggi usato per spettacoli e manifestazioni di varia natura. Vi si sono svolti, ad esempio, i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia ai Campionati del Mondo di calcio del 2006.
Vi si svolgevano prevalentemente corse equestri con carri trainati da quadrighe, di cui gli antichi romani erano grandi appassionati e sui cui scommettevano cifre molto considerevoli.
Sul lato nord del circo Massimo, sulle pendici dl Palatino, si trovano i Palazzi Imperiali che esprimono tutta la potenza e la ricchezza dell’antica Roma. Fu già Augusto a destinare quest’area a residenza imperiale aggregando alcune preesistenti abitazioni private. Il complesso raggiunse poi la usa forma pressoché definitiva sotto Domiziano, alla fine del I secolo d.C.. Alcune delle stanze utilizzate da Augusto Era diviso in una parte pubblica, destinata a mostrare a tutti la potenza e lo sfarzo dell’impero, e una privata.
E’ interessante notare che il termine “palazzo”, “palatium” in latino, deriva proprio da Palatino e venne utilizzato per la prima volta da Tacito per indicare il complesso degli edifici imperiali, entrando poi nell’uso comune per indicare qualsiasi edificio rilevante.
Da non perdere: all’ora del tramonto recatevi in Via del Circo Massimo, nel punto più alto e osservate i Palazzi Imperiali tingersi di fuoco. E’ uno delle viste più suggestive di Roma.

Palazzo della FAO
Sull’altro lato della piazza di Porta Capena si trova il palazzo sede della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Il palazzo venne progettato in epoca fascista per essere sede del Ministero per l’Africa Italiana (già ministero delle colonie) da Cafiero e Ridolfi, uno dei maestri del Razionalismo italiano. Il palazzo era ancora incompiuto all’epoca dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e i lavori ripresero solo nel 1947. Nel frattempo la destinazione dell’edificio fu mutata, ritenendosi di farlo diventare sede del Ministero delle Poste. Nel 1952, dopo che Roma era stata designata come sede della FAO, il palazzo, dopo essere stato ulteriormente allargato, venne affittato all’ONU alla cifra simbolica di 1 dollaro USA all’anno da pagarsi anticipatamente. Il palazzo FAO gode del privilegio dell’extra-territorialità.

Fino all’inizio di questo secolo, di fronte al palazzo della FAO si trovava la Stele di Axum, un gigantesco obelisco del IV secolo ritrovato frantumato in tre tronconi dai soldati italiani impegnati nella guerra di conquista dell’Etiopia nel 1935. Trasportato a Roma e riparato, venne posto di fronte al palazzo per rimarcarne l’utilizzo.
La Stele di Axum poco tempo dopo il suo posizinamento a Roma
Dopo numerose polemiche, anche di natura giuridica, l’obelisco venne restituito all’Etiopia. Smontato nel 2002 e spedito nel 2005, dal 2008 si trova nuovamente eretto ad Axum
L'obelisco eretto nuovamente ad Axum
("Rome Stele" di Ondřej Žváček - Opera propria.. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons)
Breve digressione storica.
Al contrario di quasi tutti gli altri stati africani, l'Etiopia vanta una identità statale plurimillenaria. Il primo regno di cui si abbiano notizie certe è appunto quello di Axum, sorto tra il V e il I secolo a.C..
Il termine etiope, comunque, si trova già nell'Iliade e nell'Odissea per indicare le popolazioni di quella parte d'Africa.
L'Etiopia è inoltre il primo stato ad avere usato la croce cristiana come simbolo sulle monete, intorno al 300 d.C.

Finora abbiamo percorso poco più di 1300 metri. Il seguito alla prossima parte.

Vincenzo

Nessun commento:

Posta un commento